Dipinge dedicandosi con passione soprattutto all’acquerello, tecnica
pittorica di notevoli difficoltà, che le è particolarmente
congeniale.
Perfezionatosi alla scuola “Gruppo artistico Mediolanum” di
Milano, dal 1979 partecipa alla vita artistica italiana e internazionale
prendendo parte ad importanti manifestazioni d’arte con mostre personali
e collettive in Italia e all’estero (Verbania, Torino, Roma,
Melegnano, Piacenza, Milano, Novara, Cremona, Tirano, Messina, Como, Sanremo,
Salsomaggiore,
Berna, Johannesburg, Parigi, Dublino, Barcellona, Città del Messico, Mol
(Belgio), Dallas (Texas), San Pietroburgo, ecc.), ottenendo premi e riconoscimenti.
NeI 1988 entra a far parte dell’A.I.A. Associazione Italiana Acquerellisti.
Nel 1990 le viene conferito dalla rivista milanese “ARTE più ARTE” il
1° Premio Assoluto per l’Acquerello figurativo moderno e viene
inserita nel volume “Profili d’Arte” fra i “Maestri
Contemporanei dell’Acquerello”.
NeI 1991 vince il 1° Premio Assoluto al Concorso Internazionale “Primavera” -
Galleria Eustachi di Milano, e il Premio per l’acquerello con medaglia
d’oro alla V Biennale Festival Arte di Sanremo.
Sempre nel 1991 espone al Grand Palais di Parigi - Salon D’Automne
ove ottiene il prestigioso riconoscimento dell’Assemblea Generale
che la elegge “Sociétaire”, acquisendo così il
diritto di partecipare ogni anno a questa importante manifestazione internazionale.
Nel 1992, nella ricorrenza delle Colombiadi, ottiene il primo Premio assoluto
per l’acquerello al concorso Internazionale di Sanremo.
Nel 1993 è selezionata per la mostra itinerante dell’acquerello “Est
incontra Ovest”, e nel 1994 per l’Esposizione Internazionale
della European lnstitut of Watercolours presso la Galleria Jorgensen -
Fine Art di Dublino.
Nel 1995 espone al museo dell'acquarello a Città del Messico, nel 1998
selezionata per la "Biennale dell'acquerello" di Barcellona, nel 2001 espone
con "Southwest Watercolor Society" a Dallas.
Nel 2003 viene selezionata per il centenario del Salon d'Automne
a Parigi e per la mostra internazionale Sculpture Museum di S. Pietroburgo.
RECAPITI
Indirizzo: Vicolo del Moretto, 3 (studio/abitazione)
Citta: 28900 Verbania - Intra
Tel.: +39 0323.407000
E-mail: carla.chiaberta@tiscalinet.it
MOSTRE PERSONALI
- 1981 - Verbania Intra, Galleria Lanza
- 1982 - Berna, Galleria Nelli Friedrich
- 1985 - Johannesburg, esposizione
- 1987 - Cannero Riviera, Sala Mostre
- 1989 - Verbania Pallanza, Palazzo Viani Visconti
- 1989 - Parigi, Galleria C. Baratta
- 1991 - Verbania Pallanza, Galleria l'Ariete
- 1992 - Milano, Galleria Eustachi
- 1992 - Cannero Riviera, Residence Hapimag
- 1994 - Verbania Intra, Galleria l'Ariete
- 1995 - Verbania Intra, Galleria Rodari
- 1996 - Tortona, Gabbantichità
- 1997 - Verbania Pallanza, Palazzo Viani Visconti
- 1998 - Milano, Galleria Bolzani
- 2002 - Verbania Pallanza, "Editoria&Giardini" Sala Resistenza
MOSTRE COLLETTIVE
- 1988 - Milano, Centro Nazionale d'Arte l'Acquerello Minardi
- 1990 - Como, Galleria Solenghi
- 1991 - Sanremo, Palazzo dei Congressi, Villa Ormund
- Parigi
- 1991 - Salon d'Automne, Grand Palais (Exposant)
- 1992 - Salon d'Automne, Grand Palais (Sociètaire)
- 1993 - Grand Palais
- 1994 - Salon d'Automne, Espace Tour Eiffel
- 2003 - Centenaire Salon d'Automne, Espace Auteuil
- 1993 - Piacenza, Museo Civico, Palazzo Farnese
- 1994 - Dublino, Jorgensen Fine Art, European Institut of Watercolours
- 1995 - Molfetta, Sala dei Tamplari
- 1995 - Stresa, Palazzo dei Congressi
- 1995 - Città del Messico, Museo dell'Acquerello
- 1996 - Feltre, Rassegna Internazionale dell'Acquerello, Palazzetti
Cingolani
- 1997 - Milano, Omaggio alle Cattedrali, Palazzo Reale, Museo del Duomo
- 1998 - Siena, Omaggio alle Cattedrali, Cripta delle Statue, Duomo
- 1998 - Barcellona, Sala Cultural de la Caja de Madrid, Plaza Catalunya
- 1999 - Mol (Belgio), "t Kristallijn", Acquarel instituut van Belgie
vzw
- 2000 - Cannobio, Rassegna Internazionale dell'Acquerello, Palazzo della
Ragione
- 2001 - Dallas (Texas), Irving Arts Center, Main Gallery
- 2004 - Arezzo, Museo Arte Contemporanea
GALLERIA
QUANDO IL COLORE DIVENTA DONO
In fatto di pittura, io sono come quei tifosi che non perdono una partita,
ricordano tutte le date, e sanno tutto dei grandi campioni, ma non saprebbero
tirare un calcio a un pallone. Non so disegnare neanche il profilo di una
palma sul mare, ma adoro la pittura, inseguo le mostre, amo i grandi pittori,
e invidia di tutto cuore la felicità di dipingere che talvolta affiora
come un grido dall’immagine dipinta.
Fu questa felicità a colpirmi, quando vidi per la prima volta i
lavori di Carlo Chiaberta, e a fare di me una sua costante seguace e, in
piccolo, anche una sua collezionista.
E’ una qualità che non ha molto a che fare con la tecnica,
strettamente intesa; si vale della tecnica, si appoggia, per così dire,
al talento compositivo e alla sensibilità cromatica, ma va al di
là. Penso che attinga al più profondo della personalità,
a quella zona interiore che ebbe diversi nomi nel corso dei secoli e che
noi ora siamo abituati a chiamare inconscio. Ciò che si deposita
qui, in questa terra segreta dove maturano lentamente le nostre esperienze,
forma un ricco impasto vitale, quasi un humus del quale ci nutriamo senza
saperlo; ed è un dono speciale degli artisti elaborarlo e rendercelo
disponibile, come un inizio di dialogo, attraverso le loro opere. Quando
questo accade, l’oggetto d’arte, qualunque esso sia, poesia
o pittura o scultura o musica, parla direttamente all’inconscio di
chi guarda o ascolta, e crea un miracoloso ponte di comprensione al di
là delle parole. Io “so” che Carla è brava, perché me
lo dicono gli esperti; ma “sento” da me quando riesce a dirmi
qualcosa di più. E certo lo sente anche lei. In questo, io credo,
consiste la vera felicità di un artista.
Carla si ispira spesso al Lago Maggiore, specialmente per i suoi acquerelli.
Frequento questo Lago da una vita; ho imparato a conoscere le sue luci
cangianti, le sue distese di seta chiara, i suoi momenti luminosi, e anche
le sue giornate opache dove vibra appena il ricordo dell’estate.
Col tempo, la mia conoscenza del Lago è diventata attaccamento e
bisogno: mi manca, se ne resto lontana troppo a lungo. Mi mancano i suoi
cieli perlacei, i profili precisi del Pedum, della Zeda, dei lontani monti
svizzeri, lo spazio intorno alla barca o al traghetto quando ci si trova
a metà della traversata. E rivederli, foss’anche la centesima
volta, è una gioia. In questi momenti mi piacerebbe saper dipingere,
per esprimere quello che provo: ma l’ho detto, non so tenere in mano
nè matita nè pennello. Li ritrovo, trasformati in emozione
pura, negli acquerelli di Carla. E’ proprio assurdo che io provi
un’affettuosa riconoscenza per chi lo fa per me? Resto sempre affascinata
davanti alla trasformazione del bianco della carta in neve, o in lontananza
di luce; davanti al miracolo (consueto fin che si vuole, ma pur sempre
miracolo, e ogni volta che avviene è come se avvenisse per la prima
volta) dell’arte che trasforma i colori del tubetto in una realtà più vera
della realtà.
Come quel magico angolo di giardino quasi incolto, subito riconoscibile
per noi che frequentiamo queste rive e di giardini così ne abbiamo
visti tanti: uno straordinario angolo denso di vegetazione, ma dove ogni
pianta, ogni colore, ogni massa nella fuga verso il muro sbieco è precisamente
se stessa, quasi botanicamente individuabile; si sente il caldo e il profumo
sfatto dell’estate. O l’altro, tutto invece solare, dove una
sdraio accanto alla balaustra aspetta chi si è appena alzato o sta
per sedersi; il mandarino cinese è una macchia di colore, dietro
c'e un sospetto di mare e le ombre sono piene della luce pomeridiana.
In una delle mostre più recenti, accanto ai paesaggi e ai gruppi
di fiori Carla ci ha sorpreso con alcuni splendidi ritratti, un exploit
insolito per chi usa la difficile tecnica dell’acquerello, che esclude
i ripensamenti. L’esito è felicissimo: in questi volti di
bambini stupefatti, nel grido, nello stupore del risveglio l’immediatezza
del tocco è diventata uno strumento per cogliere l’immediatezza
dell’espressione. E c’è qualcosa di più: guardate
la giovane in abito da sera, fatta di tasselli azzurri al limite dell’astratto.
Qualcosa di più emerge con impeto anche dalla recente esperienza
di Santorini. Colori nuovi, accesi, forse semplicemente greci (semplicemente?).
Il bianco del foglio si è fatto più abbagliante che mai,
aggredito dai verdi e dagli azzurri del mare, dalle forme asciugate dei
fichi d’india, dall’esplosione dei rosa e dei rossi. Il gatto
selvatico, rincantucciato in un angolo del foglio, da quale antichissimo
canto è sbucato? Avrei voluto essere con Carla a Santorini, mentre
lo riprendeva, per vedere se subito dopo non si sarebbe dissolto nell’aria;
del resto, tutti i gatti, e specie quelli greci e selvatici, hanno la capacità di
dissolversi appena girato l’angolo della casa, e di restare soltanto
sul foglio disegnato.
Maria Pia Rosignoli |