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Il Lago Maggiore fu via di transito naturale per chi andava e veniva
dalle Alpi ed ebbe contatti ininterrotti con la cultura lombarda. Il paesaggio
del lago e delle valli circostanti è profondamente plasmato dall'opera
dell'uomo ed è ricco di suggestioni estetiche che suscitano l'ammirazione
di quanti vengono da altri paesi. Il più antico e emblematico segno di
umanizzazione è dato dalle figure antropomorfe incise su una lastra di
"sarizzo" (1600 - 1250 a.C.) che si trova a Vignone. Nel XIX secolo il
lago entrò nei percorsi del turismo internazionale d'èlite e nella villeggiatura
dell'aristocrazia e della borghesia industriale. Nello stesso tempo si approfondì la frattura fra i centri rivieraschi, che segnarono l'evoluzione economica e culturale del territorio, e i paesi dell'entroterra che rimasero ancorati al mondo rurale. Nella seconda metà dell'Ottocento il Lago Maggiore con i monti vicini fu campo di sperimentazione della scuola lombarda di paesaggio. Dopo il 1870 il Carcano e il Dell'Orto prima di tutti, poi via via Eugenio Gignous, Eleuterio Pagliano, Leonardo Bazzaro, Mosè Bianchi, Pompeo Mariani, Achille Formis, Paolo Sala, Guido Boggiani, nei periodi estivi e autunnali percorsero le pendici del Mottarone per ritrarre l'ambiente semplice e incontaminato seguendo l'impulso dello studio "sentito" dal vero. Ad Intra nacque e lavorò Daniele Ranzoni (1843 - 1889) che, realizzatore di una pittura distinta da un cromatismo vibrante e complesso, fu protagonista insieme al Cremona della Scapigliatura lombarda. Gignous e gli altri appresero dal Ranzoni la pennellata spezzata, la spigliatezza compositiva, i toni atmosferici. Nel 1872 Achille Tominetti si trasferì a Miazzina per dipingere con occhio di poeta variazioni atmosferiche giornaliere e stagionali, nell'ambiente delle prealpi. "In nessuna età come la nostra, inquieta e variabile, si è sentita più profondamente la misteriosa affinità che lega l'anima umana al paesaggio": sono parole di Antonio Massara, fondatore del Museo Storico Artistico che nel 1914 assunse la denominazione di Museo del Paesaggio con lo scopo di "favorire lo studio delle bellezze naturali e artistiche della regione e promuoverne la tutela" (art. 3 dello Statuto). Oggi il Museo del Paesaggio, che dal 1914 ha sede nel sei-settecentesco palazzo Viani-Dugnani di Pallanza, s'impegna nell'incremento delle collezioni museali e tiene un rapporto vitale con il territorio circostante mediante la promozione della conoscenza e della conservazione dei beni culturali e ambientali. INDIRIZZO ED ORARIMuseo del paesaggio GALLERIA
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